Stefano Scatozza, chitarrista, compositore, arrangiatore e didatta, è nato e vive a Roma. È docente di Composizione ed Arrangiamento Rock e Pop presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
A gennaio 2024 è uscito il suo ultimo album, Under the Trees, disponibile su tutte le piattaforme di streaming e ordinabile tramite mail in formato CD.
“Rendere complicato ciò che è semplice è cosa banale; trasformare ciò che è complicato in qualcosa di semplice, incredibilmente semplice: questa è creatività.” (C. Mingus)
Le emozioni, anche se appaiono come “immediate” e “dirette”, in realtà risiedono in una zona della nostra coscienza difficilmente controllabile e comprensibile. Sono, in sè, complesse e difficili da ridurre. Uno dei modi che abbiamo di esprimerle attraverso la parola e l’azione è il loro trasferimento in un oggetto artistico, per esempio la canzone. In questo trasferimento è facile tradire la spontaneità del sentire e la sua autenticità, enfatizzando l’emozione con tanta musica, o con musica inutilmente complicata, o con troppe e diffiicili parole. Pochi artisti hanno la capacità di operare sintesi credibili e insieme emozionanti e ricche di significato.
Un caso in cui mi sono trovato stupito e commosso per l’evidenza di questo equilibrio, è la canzone di Gianmaria Testa “Dentro la tasca di un qualunque mattino”. Ho ascoltato principalmente la versione live.
Ho provato a studiare questa canzone. Suonarla e cantarla. Di seguito un breve accenno.
Ognuno di noi ha, come musicista, degli “spiriti guida” .Cristina Donà, secondo me la migliore autrice di canzoni italiana, ha dedicato ai suoi “spiriti guida” un bello spettacolo che ho avuto la gioia di andare ad ascoltare di recente. Io ho i miei. A volte ho avuto nella vita la possibiità di conoscerli e frequentarli, altre volte li ho visti da lontano, o ne ha letto o ascoltato i lavori. È questo il caso di Ralph Towner, che ho scoperto negli anni ’90 grazie alla colonna sonora da lui realizzata di “Un’altra vita”, un film piuttosto duro di Carlo Mazzacurati, ambientato in vie di Roma molto vicine a quella in cui abito. Ho iniziato allora ad interessarmi alla sua musica, sono andato ad ascoltarlo in concerti con gli Oregon, il suo gruppo, e poi in concerti in solo. Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarlo. Sono molto restio a questo tipo di cose. Raramente mi faccio avanti, ho una mia timidezza. Ho sempre desiderato conoscerlo di persona e ascoltarlo parlare di musica e di chitarra. Chissà, prima o poi capiterà.
Anni fa proposi al mio amico Stefano Donegà, che allora studiava con me, di trascrivere Joyful Departure, nella versione per chitarra sola. Provai allora anche a suonarla, ma ero troppo impegnato in altre faccende, soprattutto didattiche. Qualche giorno fa la trascrizione di Stefano è riemersa dal mio quaderno di appunti, ho preso la chitarra e ho iniziato a studiare questo bel pezzo di musica.
Ne è venuto fuori un piccolo video di studio quotidiano
Sto cercando di immaginare un percorso di analisi di canzoni che funga da espansione e completamento dei concetti elaborati nel mio libro “Come si scrive una canzone”. Questo post è adatto a chi ha delle discrete conoscenze armoniche e di composizione di canzoni.
La prima analisi che vi propongo di ascoltare riguarda “Life on Mars” di David Bowie.
Nel corso della spiegazione troverete degli esercizi che potete provare ad eseguire.
Potete usare questa analisi:
per trovare nuovi spunti per le vostre canzoni
per un ascolto più attento e “tecnico” di una canzone di cui forse già sapete molto
Qui puoi ascoltare il brano per intero
Riferimenti nel libro dei concetti tecnici esposti nell’analisi:
Trasporto diatonico di una cellula melodica pag. 52
Anacrusi e Tesi pag.29
Modulazione ai toni lontani cap. 40
Collegamento degli accordi attraverso linee per grado congiunto diatoniche o cromatiche del basso cap.36 e cap. 37